Risale a circa un secolo fa il dualismo instauratosi tra restauro conservativo e ricomposizione dell’unità stilistica, dualismo che riemerge tutt’oggi allorché si debba procedere ad una operazione di restauro sia essa rivolta ad un organismo architettonico che ad una porzione più o meno estesa di un centro abitato. Mentre il restauro dell’episodio architettonico è di […]
Risale a circa un secolo fa il dualismo instauratosi tra restauro conservativo e ricomposizione dell’unità stilistica, dualismo che riemerge tutt’oggi allorché si debba procedere ad una operazione di restauro sia essa rivolta ad un organismo architettonico che ad una porzione più o meno estesa di un centro abitato.
Mentre il restauro dell’episodio architettonico è di norma risolto dall’interpretazione soggettiva di colui che è chiamato ad operare, il restauro del tessuto urbano si è rivelato, nella maggioranza dei casi, pieno di difficoltà di non facile risoluzione. La causa di queste difficoltà è dovuta alla stratificazione del nostro territorio nazionale densa di contenuti oltre che formali, storici, culturali.
Nel recupero dei tessuti antichi dei centri storici l’orientamento prevalente va verso uno studio accurato di tutte le preesistenze, delle relazioni tra di esse intercorrenti ed il loro rapporto con cultura architettonica attuale.
Il nostro progetto ha inteso inserirsi in questo contesto proponendo il recupero di una porzione dell’antico centro di Empoli costituita dal complesso dell’ex convento degli agostiniani, partendo da una accurata indagine storica della città, dalla lettura filologica del complesso mediante la ricostruzione delle fasi cronologiche; dei periodi costruttivi e delle trasformazioni edilizie l’analisi dalle strutture dei vari corpi di fabbrica con la determinazione stilistica dei vari elementi ed infine i legami con la attuale realtà urbana.
Il Progetto in sintesi
Situato ai bordi dell‘antica cinta murata, per 1‘esattezza “lungo il lato di meridione di Empoli accosto elle mura repubblicane (1336-1487) cui si aggiunse parallelo il bastione ancora oggi visibile e risalente all’assedio degli imperiali (1530)” l’ex convento fu sede dei frati eremitani di S. Agostino dalla metà del XIV secolo fino al 1806 anno della seconda soppressione.
Le testimonianze più antiche sono individuabili nelle due torri sul lato di mezzogiorno e nella chiesa a tre navate al cui interno le numerose opere d‘arte tuttora conservate (Masolino, Passignano, Volterrano, Gherardini ecc.) scandiscono alcuni tratti della lunga permanenza monastica.
Gli ambienti conventuali si articolano intorno ai lati di ponente e di mezzogiorno del chiostro quattrocentesco e, nonostante le varie trasformazioni succedutesi nel corso dei secoli, sono ancor oggi leggibili molte componenti che caratterizzavano un organismo monastico quali: il refettorio, il dormitorio, l’antica biblioteca, i depositi per le vettovaglie, gli orti ecc. Questi ambienti, che dopo la soppressione del 1808 sono stati usati in parte per attività scolastica ed in parte quale caserma dei pompieri, sono stati riportati al loro valore originario con un attento intervento restaurativo.
Il progetto aveva previsto l’inserimenti di un nuovo fabbricato nell’area verso via Cavour per realizzare una nuova e modernissima biblioteca comunale. La proposta traeva spunto dalla costatazione che la parte del complesso verso via Cavour, dove era ospitata in mainare caotica la vecchia biblioteca era in realtà un fabbricato di scarsissimo valore architettonico della fine dell’800 poi malamente rimaneggiato nel ‘900. Questa parte del complesso presentava un livello qualitativo architettonico nettamente inferiore ai restanti corpi di fabbrica e in particolare rispetto gli antichi spazi conventuali di ben altro valore e consistenza. L’idea quindi di sovrapporre questo corpo di fabbrica costruendogli davanti un nuovo fabbricato moderno rappresentava da un lato il tentativo di omogenizzare tutti questi volumi tramite le funzioni tra di loro integrate e interagenti e dall’altro la sfida di coniugare, all’interno del centro storico, edifici antichi di rilevante valore architettonico con nuovi fabbricati moderni dove l’inevitabile contrasto architettonico fosse almeno in parte mitigata dalla migliore funzionalità e fruibilità degli spazi moderni rispetto a quelli antichi riutilizzati a nuove funzioni.
Il progetto della nuova biblioteca si basava sui seguenti punti fondamentali:
Dopo il restauro conservativo tutta la parte antica è diventata il Centro Civico comunale con il trasferimento dei principali uffici di rappresentanza del comune e le sedi di alcune associazioni culturali. Il nuovo edificio per la biblioteca non è stato costruito per mancanza di finanziamenti appropriati, la biblioteca è stata collocata in spazi, sia pure ridotti, all’interno del complesso antico.
Nome
Restauro del complesso di S. Agostino
DESTINAZIONE D’USO
Edificio pubblico comunale
Posizione
Empoli – Firenze
Anno
1980-1985
Stato
Realizzato il restauro della parte antica
Team di Progettazione
Progettisti
Bruno Morelli
Arch. Bruno Pacciani
Ingresso della biblioteca prima del restauro
Schema funzionale della riorganizzazione del monastero
Prospetto su via Cavour - Rilievo dello stato prima del restauro
Sezione del chiostro - Stato prima del restauro
Planimetria generale livello A - Piano Terra
Planimetria generale livello B
Planimetria generale livello C
Sezione del chiostro
Il chiostro principale - Stato attuale
La sala polivalente
Ingresso della chiesa e la navata centrale
Schema funzionale della riorganizzazione della nuova biblioteca
Planimetria della biblioteca livello A
Planimetria della biblioteca livello B
Planimetria della biblioteca livello C
Planimetria della biblioteca livello D
Planimetria della biblioteca livello E
Planimetria della biblioteca livello F